Cappella Brancacci - Firenze

La scena del Tributo si svolge prima dell'entrata a Cafarnao e sottolinea la regalità di Cristo - il Re dell'universo - che pure si assoggetta alle leggi degli uomini, poichè é venuto per servire e per salvare l'umanità.

Essa va letta in tre tempi: quello centrale, con la figura di Gesù al centro del cerchio costituito dagli apostoli attorno a lui, nell'atto d'indicare a Pietro il lago di Genesaret, dove troverà il pesce (simbolo cristologico) con in bocca la moneta per pagare il tributo; quella a sinistra, con Pietro visto nell'atto di pescare a mani nude, in riva al lago, e quella a destra, con la scena del pagamento al gabelliere.

I tre tempi ricalcano una consuetudine ancora trecentesca (anche se siamo attorno al 1425), che permette di far risaltare la figura di Gesù, come asse portante dell'Umanità, uomo tra gli uomini, ed insieme figlio di Dio (emblematica la figura del cerchio, inteso come perfezione divina), regale e dolce, forte ed insieme mite.

La pittura di Masaccio recupera da Giotto il senso della corporeità, della chiarezza dei gesti, e dei rapporti cui tali gesti rimandano, ed insieme risale all'arte classica (in particolare alla scultura romana) che conferisce dignità e forza a ciascuna figura. Lo spazio, infine, costruito sulla prospettiva scientifica del Brunelleschi, permette di dare valore alla Storia, come luogo di concreti eventi umani.

(cfr. Mt 17, 24-27)

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